Pasquale Vulcano

Furioso fischia il vento e va sul mare,
sui monti e su pianure e tutt’intorno,
ma poi si ferma e lievi, al nuovo giorno,
le braccia allarga allor per carezzare

le nuove gemme della primavera;
si incanta ad ammirare quei colori
e dolcemente espande i suoi odori,
dà tregua infine senza più bufera!

Anche se chiuso, per un morbo oscuro,
il mondo s’apre all’amoroso canto
della natura che allontana il pianto;
s’oppone al male con il far sicuro!

S’ammanta di bellezza e si rinnova
la vita intorno: già fa capolino
dentro ogni nido, implume l’uccellino,
e dentro noi, pur la certezza cova

di riscoprire i baci più preziosi,
come conforto a mesi disastrosi,

in preda a un organismo sì potente,
da dilagar per tutto impunemente.