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Pasquale Vulcano
Le sue 322 poesie
| Attonito e sgomento, urlo al cielo
tutta la rabbia che mi scoppia dentro!
Soltanto ieri, risplendeva gaia
col sole in fronte e coi capelli al vento,
con tanti sogni in cuore; ed era bella!
Amaramente piange oggi il cielo:
l’hanno trovata lì, tra la
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| E si rattrista l’anima
in un silenzio atroce
restando senza voce
nel freddo che mi gela dentro il cuore
in questo buio senza più la luce
a rischiararlo ancora
e a frenare le lacrime d’amore
che fanno compagnia al mio dolore!
S’è spento il fuoco
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| Come cristallo fragile in frantumi,
a terra sei finita annichilita
col volto tumefatto;
sul corpo squarci e lividi dovunque:
carne abusata, lacere le vesti;
resta soltanto il pianto e la paura,
l’angoscia che perdura!
Mani crudeli soffocano le
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| Non ho parole a ricordar quel giorno
che s’involò come svanita al vento,
con un sussulto e flebile lamento,
allor che l’alba fece buio attorno!
Un groppo in gola serra le parole
ed in singhiozzo lungo si riversa;
quell’attimo rimbomba ché l’ho
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| Senza rumore un passo lieve sento
come un brusìo di fuori dalla porta
chiusa, o un leggero sibilo di vento
che l’eco sperde piano e non riporta.
Passi felpati segnano il sentiero
ma il crepitar di foglie più non s’ode;
calpesta un’ombra il manto
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| E quel che accadde mi segnò la vita:
quell’alba nacque grigia senza sole,
piangeva pure il cielo e la ferita
lasciò me muto, privo di parole!
La sorte avversa e ingrata s’è accanita;
il tempo non risana e ancora duole
il suo ricordo d’agonia
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| Nave fantasma, vecchia e rattoppata,
solca a fatica l’onde tempestose;
c’è tanta gente nelle stive afose,
l’una schiacciata all’altra ed angosciata!
Col nodo in gola lascia disperata
la terra secca che non dà più rose
e affronta prove tanto
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| E persi ogni barlume in quel momento
quand’ella, avvicinandosi, il suo dito
sulle mie labbra pose! Un infinito
brivido corse sulla pelle e, attento,
negli occhi suoi scorgevo il sentimento!
Ne scaturì il bacio più sentito
che sapeva d’un dolce
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| Non ancora lo sguardo avea fissato
nell’azzurro dei sogni,
e ancora amava questa terra viva
e germogliante; e il mandorlo rivide
fiorire, eppure il glicine
ornare di corimbi
la ringhiera di ferro!
Passò, col vento ancor di primavera,
l’olezzo dell
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| Nel mentre assorto con il cuore affranto,
la foto guardo esposta alla memoria,
torna il ricordo della nostra storia
e sento come un soffio a me daccanto.
È come una carezza a dirmi:-T’amo-
in questo luogo freddo e inospitale
del nulla eterno
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| E sento il tuo respiro come un vento
che alita sulla pelle e accende i sensi;
son fuoco di passione i baci intensi
e fonte di piacere e godimento,
i nostri corpi nudi avvinti, in lento
susseguirsi di gemiti e consensi,
lunghi sospiri e brividi più
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| Non è che un sogno forse questa vita
e risveglio improvviso quel momento
dell’ultimo respiro; ed è finita
la vita consumata nel tormento,
sì come goccia pian piano svanita
all’aria! Non un grido, né un lamento,
solo respiro: l’ultima e
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| Nei sogni tuoi verrò da quel lontano
mondo, laddove mi portò il destino
nel fior degli anni; ti starò vicino
e lievemente, bacerò la mano
che m’asciugò la lacrima d’addio,
dicendoti che t’amo in un sussurro!
Oltre quel cielo vivo, terso e
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| Nemmeno l’ombra dei cipressi attorno,
che il vento piega con la sua carezza,
né il pianto amaro, né la mia tristezza
dall’alba grigia del funesto giorno,
danno conforto eterno al tuo soggiorno,
qui dove spira gelida la brezza
ed un silenzio
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| Al soffio non più lieve ormai del vento
di questo grigio autunno, scuote i rami
ogni albero. Già tremano le foglie
con i riflessi d’oro e fra non molto,
svolazzeranno in aria e poi cadranno,
formando un manto soffice per terra.
Si colmerà poi
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