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Pasquale Vulcano
Le sue 322 poesie
| Il fato avverso mi soffiò l’amore
che sperse nelle raffiche del vento,
all’alba dell’autunno, in quel grigiore
e pure il cielo pianse con sgomento.
Scrosciò come tempesta e fermò le ore
di subito una pioggia in quel momento,
con tuoni e lampi, in
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| Lungo il sentiero dell’oscura vita,
a denti stretti, ho fatto a pugni invano,
cercando di sfidare il fato avverso
con l’anima e il coraggio;
qualche ferita, a volte, ho riportato;
la voglia di lottare mai ho perso,
scansando nel viaggio,
di
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| Quell’indumento intimo, abbassato
sotto le tue ginocchia, inebria i sensi;
delirio di lussuria e di peccato,
libidine di femmina ed intensi
sogni d’incanto all’anima e al palato!
Sprigioni i tuoi odori forti e densi
d’essenza che colpiscono ogni
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| C’è il vuoto ed il silenzio, adesso che
il suo sorriso è nell’oblio del tempo
e tace! Il vento che portava al cuore
il suo profumo adorno di viole,
è già lontano da quell’alba grigia
e piovosa d’autunno senza sole!
M’attraversano l’anima i
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| M’aggrappo al mio passato e fortemente,
lo stringo a me nell’attimo che fugge;
corre veloce il tempo, che il presente
in un batter di ciglia già distrugge
ed il rimpianto resta solamente!
Trema quell’urlo che dentro mi rugge:
grido che squarcia il
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| Ti ricordi il sentiero come questo
ricoperto di foglie rosse? Era
il nostro posto prima della sera,
nel crepuscolo lungo, poi funesto!
D’autunno trovavamo ogni pretesto
per stare insieme! Il vento di bufera
ora ha creato una fredda
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| Eri il mio sogno, il palpito e il respiro,
pudìco sguardo che incantava gli occhi,
sorriso dolce che inebriava il cuore,
linfa vitale per nutrirmi l’anima;
eri la fonte ancor che dissetava
l’arsura delle labbra bianche e secche,
avide del tuo
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| Di quei grappoli turgidi, i filari
or spogli, dànno la malinconia;
non s’odono le voci e le risate,
resta il ricordo solo ed il rimpianto!
Echeggia nella mente il tenue canto
e quelle voglie sempre desiate;
ma tutto passa, tutto fugge via,
coi
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| Mentre l’autunno avanza, esperte mani
recidono i bei grappoli maturi
dorati e blu, baciati ancor dal sole,
ultimi raggi e poi,
grigiore e pioggia dell’autunno inviso.
Così tra canti e magiche parole,
mi sovviene di noi,
di quando con pudore m’hai
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| Come all’alba sorge il nuovo giorno
E sento solo l’eco di quel canto
garrulo delle rondini nel cielo
terso d’estate, che ora vieta un velo
di nubi nere e sfuma il dolce incanto
d’albe radiose e di tramonti accesi
del sole nell’azzurro del mio
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| E la malinconia si sente accanto,
nel mentre l’onda si rinfrange a riva
con uno sciabordìo che sa di pianto
e nuvole vaganti alla deriva,
latrici di mestizia e di rimpianto,
coprono il cielo. Lacrima furtiva
scende, allor che la pioggia sopra il
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| Sui tacchi a spillo ancheggi sinuosa
alla carezza d’alito di vento,
lasciando scia inebriante ed odorosa;
per ogni uomo sei sospiro lento!
Sei donna sensuale e bene amato,
plasmò il tuo corpo, Dio, flessuoso e morbido,
con valli e curve da mozzare
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| Decisa è l’ora ormai di ripartire
dopo un’estate a rallegrare il cielo
con canti lieti e voli ad inseguire
i sogni in aria tersa senza velo.
Un frullo dopo l’altro e già son mille
sui fili allineate ad aspettare
quel magico richiamo a far
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| Malinconia mi prende e scende in cuore
quando d’autunno l’alba nasce grigia
e mi ricorda il giorno dell’addio
che mi privò di lei, del suo sorriso!
Or sento che mi manca ed il mio grido
pare un lamento lungo sparso al vento
e nel vuoto dell’anima,
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| Quando la luce diurna è un momento
e presto cala l’ombra della sera
e nella nebbia il passo si fa lento;
quando s’appresta quella nube nera
che minacciosa aumenta lo sgomento,
scroscia la pioggia e poi nella bufera
sibila forte là tra i rami il
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