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Pasquale Vulcano
Le sue 322 poesie
| Ho urlato forte al cielo il mio richiamo,
che l’eco ha riportato senza suono,
in esso ti dicevo che ti amo,
ma il grido è soffocato dentro un tuono!
Il tempo s’è fermato e la mia voce,
in gola un nodo stringe e non si sente;
un lungo pianto il
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| Già da più tempo un morbo ci travolge
come tempesta che non lascia fiato
e nelle case ognun s’è rifugiato
in un silenzio che lontano volge
i cari abbracci e baci e pur l’amore!
Un brivido percorre le città,
in tutte la paura regna già;
si vive
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| E siamo in mezzo a un guado inaspettato
già stretti nelle spire d’un serpente
che respirare più non ci consente
ché forte stringe e non riprende fiato.
Costretti in casa tutto il santo giorno,
non serve l’orologio per contare
quando verrà la
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| Cànta n’acèddu ‘nta na càggia d’òru,
pàri chi chiàgne come ‘ppè mi diri:
-- Pecchì mi tèni chiùsu ‘ppè suffrìri?
Si ancòra rèstu ccà,mègghiu ca mòru!
Son fàttu ‘ppè vulàri ammènz’o cèlu,
’ppè fiutàri l’oduri di li sciùri,
sùpra sta tèrra cchìna di
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| Tu, della civiltà fosti la culla,
fu Roma "Caput Mundi", d’un impero
sì vasto che i confini nel pensiero,
la realtà ben oltre poi li annulla!
Durò ben lungi l’onere e l’onore
e fosti guida ai barbari d’allora!
Italia amata, questo non si ignora
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| E tutto s’inabissa e l’universo
si capovolge e rotola in profondo
scompiglio; cade come fosse perso
l’ordine che teneva stretto il mondo.
Trascina tutto un forte vento avverso
in un enorme buco senza fondo
dove ogni luce è spenta e non c’è
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| E con lo sguardo perso all’orizzonte,
colori intensi e sfumature ammiro,
nel punto dove il mare immenso, incontra
l’infinito ed accoglie in sul tramonto
il sole, che nell’acqua si riflette
gettando sprazzi vividi di luce.
Sento dell’onda il
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| E vivo questa strana primavera,
in un silenzio che mi stringe il cuore;
gli ultimi sprazzi osservo e il giorno muore;
cala più nera l’ombra della sera!
Nel vuoto vaga l’anima e non spera
più nel ritorno ormai di quel calore
che mi baciava al
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| Corpi intrecciati in un abbraccio forte,
che cantano la vita nell’amore,
nei colori di gioia e nell’ardore
d’esser baciati dalla buona sorte,
alla speranza aprono le porte,
alla quiete e alla pace ed al terrore
che termini già tutto nel
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| Filtra la fioca luce della sera
e allegro il cervo mostra nuove corna;
s’apre la gemma e su ogni ramo torna
spandendo il suo profumo: è primavera!
Va via l’inverno, la stagione nera;
tutto rinasce, si rinnova e aggiorna,
ma dall’addio più niente
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| E si fa buio in cielo e muore il giorno;
un brivido percorre sulla pelle
insieme ad un silenzio tutt’intorno;
stasera l’universo è senza stelle!
Sui volti degli astanti, smarrimento,
gli occhi puntati all’Uomo della croce,
le braccia penzolanti,
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| Eccomi Padre, issato sulla croce!
Tutto è compiuto e gemo di dolore;
non ho respiro più, né più la voce,
ho chiodi agli arti e pur trafitto il cuore.
Manda il tuo raggio Dio! È troppo atroce
quest’agonia che allunga il mio terrore;
non chiedo a
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| Confitte sono le tue mani in croce
da grossi chiodi, o Cristo e nel dolore,
accetti la tua resa per amore;
cosciente, né un lamento né una voce,
nel mentre attendi che si oscuri il sole!
Tese sul legno quelle mani, aperte
a benedire in piane lì
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| Mi perdo nelle strade silenziose,
tra vicoli sperduti e senza luce,
ricolmi un tempo d’allegria e rose
e fiori variopinti e mi conduce
la troppa sofferenza dell’orrore
di questi giorni spezzati da un vento
letale e osservo un mondo che già
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| Della colomba bianca della pace,
il giorno delle palme colgo il volo,
l’ali spiegate al vento, mentre tace
un mondo attorno confinato e solo.
E s’apre il cielo fosco a tinta scura
nel mentre sopra i monti ed ogni mare,
con un rametto in becco va
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