Pasquale Vulcano

Bevevo il tuo respiro
nei dolci gorghi del tuo corpo ansante
qual fiume dell’oblìo

laddove ogni sospiro
i demoni placava e palpitante
sfogavo il mio desìo,

quella bramosa voglia dell’amplesso,
sfiorando lieve il seno,
sì come calda onda,

tra perle di sudore e, senza freno,
io mi perdevo in esso
là dove il desiderio più sprofonda!

-

Turgido ed accogliente,
vibrava ad ogni bacio e a ogni carezza
e dolce sensazione

nutriva la mia mente,
nell’attimo d’incanto e tenerezza,
gonfiando la passione;

stillava il seno un nettare succoso;
com’ape vola al fiore,
l’avido labbro ancora

fermava il tempo a suggere l’amore
dentro al tuo seno ascoso
e quell’effluvio che la pelle odora!

-

Nell’onda del piacere
un gemito s’udiva, un solo fiato;
i corpi avvinti e arresi

al tacito volere
e bramosia, vagando nel peccato
dei sensi ancor più accesi!

Un’attrazione erotica e fatale
del tuo calore, sai,
e un desiderio immenso

che nulla più arrestava, nulla ormai;
un languore carnale
che diventava ognora ancor più intenso!

-

Istanti senza fine
nell’esplosione d’un orgasmo folle
che nulla più trattiene!

Solo illusione alfine,
solo ricordi al vento e mi ribolle
il sangue nelle vene!

Ora il silenzio avvolge questa stanza
e lascia solo un’ombra
a vegliare la sera,

che scende dentro al cuore e poi l’adombra;
già muore la speranza,
niente m’illude più: tutto è chimera!

-

Accogli, amor, lo sfogo che sprigiona
di bei ricordi, ogni mio pensiero
che spesso s’abbandona
al sogno d’un amplesso nel mistero!