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Pasquale Vulcano
Le sue 129 poesie in Introspezione
| Arriva sempre un tempo per tornare
dove fioriva il riso del mio ieri,
là dove son rimasti i desideri,
mentre gioiva l’anima al cantare!
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Qui nella casa avita in riva al mare,
vanno col vento tutti i miei pensieri;
qui vivono i ricordi, quelli
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| E freme l’onda amara quando a sera
il sole all’orizzonte si nasconde;
nell’anima s’avventa e mi confonde
e sembra tutto allora una chimera.
Vacilla la mia barca e la bufera
muove, accavalla e spinge quelle onde,
il vento soffia forte ed
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| Gocce di pioggia tremano sul vetro
e lasciano riflessi di diamante;
scende felpata pioggia non frusciante
ma dà al mio cuore un vuoto, un senso tetro
e nell’anima un groppo che fa male.
Come un sussurro ascolto il ticchettio
e il mio pensiero va
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| La notte insonne fino all’alba passo,
per poi trovarmi innanzi solo vento
e un cielo grigio che mi dà sgomento;
maggiore angoscia dentro allora incasso.
Fugge l’estate con veloce passo,
lasciando il lido amato quasi spento,
senza allegria
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| Rumoreggiare sento solo le onde
in quest’attesa vana d’alba nuova
che mi trasmette angoscia e mi confonde
e solitaria l’anima mia trova,
come il gabbiano mesto sulla riva
che cerca avanzi andati alla deriva.
Or s’alza verso l’alto nebbia
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| Oh come scorre il tempo! Sembra ieri,
quando la gioventù danzava al sole
ed il domani privo di pensieri,
dava alla vita gioia e non parole
vuote, illusioni, come di chimera,
vagante spesso all’ombra della sera!
Rifugio d’un ricordo é questo
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| Un soffio caldo spira e il mare tace
avvolto nella luce che diffonde;
in questa calma tacciono le onde
e ogni brezza; la sabbia ardente giace
sotto il cocente sole e tutto stagna
nel silenzio che suscita pensieri,
in un rimpianto del passato
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| Nessuna brezza lungo questa riva,
nemmeno all’ombra un refolo di vento;
soltanto un’aria calda qui ci arriva
che diventare fa il respiro lento!
Non va la sabbia ardente alla deriva,
s’arresta l’onda nel suo movimento,
ché il vento il soffio blocca
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| Se l’orma mia che lascio al camminare
su questa riva, un tempo dolce mèta,
cancella l’onda dell’immenso mare,
perché mi pulsa dentro, la segreta
sensazione che nulla è cancellato
e tutto resta impresso del passato?
Perché, quel suo ricordo mi
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| Non è la solitudine che pesa
o il letto vuoto senza più sospiri,
non è il sentire certa la mia resa
o il lento andare privo di respiri,
ma la tua assenza e quella vana attesa
che colma il tempo in preda ai miei delìri
e la tristezza, come mia
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| E guardo in mare spumeggiare l’onda
che sbatte sulla riva e si ritira
in un eterno moto che m’inonda
di bei pensieri e mentre il vento spira,
cullando dolcemente ogni sospiro,
del mare sento forte il suo respiro.
Lascio al brusio dell’onda i
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| C’è l’ombra mia riflessa nello specchio,
non più il ridente viso d’una volta,
un nulla opaco, un essere già vecchio
qual toppa ritagliata e capovolta!
Non più quel volto, in cui danzava il sole,
ch’or vedo spento e privo di parole.
Eterno è il
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| In questi giorni strani di sgomento,
scende il silenzio dentro e la paura;
già vuote d’allegria son queste mura
e il passo incede sempre più a rilento.
In una morsa stretti d’incertezza,
nel buio brancoliamo e nel mistero
di voci vaghe per il
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| Culla i pensieri miei lo sciabordìo
dell’onda che s’allunga sulla riva
e un’eco di memoria lieve arriva
a liberarmi ancora dall’oblìo,
dove nel vuoto vago dall’addio,
dall’alba che mandò alla deriva
il sogno che cullavo e poi finiva
come un
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| E m’urla dentro un silenzio assordante
che cerco di riempire col dolore,
con una rabbia che ferisce il cuore;
un silenzio che s’empie in un istante
di vuoto, di sgomento e grida muto,
ché strozza la mia voce un nodo in gola!
Non serve il pianto e
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