Pasquale Vulcano

Lieve s’infrange or l’onda sullo scoglio,
che si lascia corrodere pian piano
in un abbraccio atteso.

In quel continuo andare e ritornare,
la schiuma lo lambisce e l’accarezza
trasportando il messaggio suo d’amore.

Ma quando il mare s’agita e ribolle,
e mugghia e fischia e sibila,
l’onda s’avvolve e avventa sullo scoglio
con impeto possente senza sosta.

Tosto si placa, stanca, e più non lotta
e quella rabbia scioglie in bianca schiuma;
fermo lo scoglio resta e frena l’urto
e infin riappare lucido
e vincitore s’erge altero e aspetta
di nuovo la carezza d’altra onda.

Quel moto scuote allora i miei pensieri;
riaffiorano i ricordi
come eco di memoria,
tracce di lei, di noi su questo scoglio
che il tempo non cancella,
di quando con il vento,
spedivo i miei sussurri
alle sue labbra schiuse;
e diventava schiuma che accarezza
e diventava onda
lasciandomi cullare
dal dolce sciabordio
nell’estasi del sogno!