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Pasquale Vulcano
Le sue 129 poesie in Introspezione
| E la malinconia si sente accanto,
nel mentre l’onda si rinfrange a riva
con uno sciabordìo che sa di pianto
e nuvole vaganti alla deriva,
latrici di mestizia e di rimpianto,
coprono il cielo. Lacrima furtiva
scende, allor che la pioggia sopra il
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| Decisa è l’ora ormai di ripartire
dopo un’estate a rallegrare il cielo
con canti lieti e voli ad inseguire
i sogni in aria tersa senza velo.
Un frullo dopo l’altro e già son mille
sui fili allineate ad aspettare
quel magico richiamo a far
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| Malinconia mi prende e scende in cuore
quando d’autunno l’alba nasce grigia
e mi ricorda il giorno dell’addio
che mi privò di lei, del suo sorriso!
Or sento che mi manca ed il mio grido
pare un lamento lungo sparso al vento
e nel vuoto dell’anima,
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| Quando la luce diurna è un momento
e presto cala l’ombra della sera
e nella nebbia il passo si fa lento;
quando s’appresta quella nube nera
che minacciosa aumenta lo sgomento,
scroscia la pioggia e poi nella bufera
sibila forte là tra i rami il
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| Se n’è andata l’estate, accompagnata
dal rumore dell’onda che s’infrange
su questa riva amara ed isolata;
quel tempo pien di gente si rimpiange!
Silenzio adesso regna e quiete odiata
perché al ricordo il cuor si spezza e piange,
l’anima si dispera
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| Malinconia mi porta il cielo grigio
e questa nebbia che non si dirada,
nel mentre il vento scuote qui le foglie
che ondeggiano nell’aria e poi ricadono,
ammantando ndo il sentiero che percorro,
di questo bosco, or colmo di mistero,
un tempo luogo
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| Al soffio non più lieve ormai del vento
d’autunno che s’appresta, scuote i rami
ogni albero. Già tremano le foglie
con i riflessi d’oro e fra non molto,
svolazzeranno in aria e poi cadranno,
formando un manto soffice per terra.
Si colmerà poi
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| Risuona alla mia mente, come un canto
del cuore, il puro ritmo dell’immenso,
che il mio animo accoglie, nell’intenso
mutamento d’un mondo nell’incanto.
S’espande oltre quel muro l’infinito
e il mio sguardo si perde all’orizzonte,
ma va al di là il
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| L’orme, ricordi amari qui tra l’onde
persi, che il tempo ha cancellato ormai
da questa riva; con dolor risponde
l’eco lontana, che non tace mai!
Nel gorgo giro, sì come errabonde
foglie in balia del vento, che giammai
si fermano, se ancora il
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| Ci sono giorni, che mi coglie il vento
come carezza lieve ed il pensiero,
torna ai ricordi: pagine che sento
come eco d’una voce nel mistero!
Giorni che corro forte e vado a cento
e più non vedo il mondo tutto nero
e giorni amari di tempesta e
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| E dietro questa maschera che ride,
ma che nasconde a tutti quella scura
realtà, che dentro mi tormenta e stride,
vo tra la gente, scevro di paura.
Sentirmi meno fragile m’uccide,
ma senza lei la vita è molto dura!
M’aggrappo al nulla e perdo le
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| Quando cala la sera ascolto il cuore,
soffiando lieve sui fogli del tempo,
dove è racchiuso ancora ogni sospiro,
nel ricordo di giorni
impressi nei pensieri.
Così rivivo quegli istanti belli
col dolce suono di violini in petto.
Ancora adesso sento
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| Ancora tu, perenne mio pensiero,
impregni l’alba, il giorno e pur la sera
ma poi la notte avvolgi di mistero
allor che si proietta la tua nera
ombra sulla parete e prigioniero
ancor mi sento quando la bufera
sradica quel ricordo mai sopito
d’un
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| E, fragile qual sono, urlo invano,
ché l’eco sperde la mia voce al vento;
dentro imperversa forte l’uragano,
che serra la mia gola ogni momento;
e tendo inutilmente la mia mano
al cielo sordo senza sentimento,
là dove la parola non ha volo;
io
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| Quanto è lontano il cielo e mai s’abbassa
per ascoltare l’urlo disperato
di chi la pena ha dentro e più s’ammassa
ché inutilmente in alto sperde il fiato!
Invano guardo il tremolio più forte
di quella stella che s’avvampa e sfuma
in un baleno
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